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Welcome...

GreenCLUB is the corporate blog of Green Engineering , an italian EPC company specialising in the realisation of industrial plants for ethanol production. We've created this place to talk about experiences around the world of ethanol production (spirits, extra neutral alcohol, bioethanol , fuel ethanol,)and in general about biofuels and renewable energies . But this space is something more... . Here we would like to share our work, our on site activities, during plants design, contruction and start-up . We would like to tell you about products of our Customers, about traditions and cultures behind spirits coming from different countries.. . Finally we wish to share with you our thoughts, just because we know that sharing experiences is the most powerful way of living life. To know how the GreenCLUB was born read our first post ...

Una nuova Workstation 3D CAE

Alla Green Engineering abbiamo deciso di dotarci di una nuova Workstation per il CAE (computer aided engineering) tridimensionale . L'esigenza della nuova WS è dovuta dalla maggiore dimensione e complessità dei disegni in 3d che stiamo realizzando: il nostro reparto di progettazione meccanica è in grado di sviluppare un impianto completamente in 3D utilizzando il software SolidWorks. Personalmente sono sempre stato un sostenitore dei Computer fatti in casa. Da quando avevo 14 anni ho sempre avuto, per uso personale, computer assemblati da me. Il motivo per cui lo facevo a 14 anni è che mi è sempre piaciuto inventare, smontare e costruire. Adesso credo che questo atteggiamento sia positivo per due aspetti: il primo è che, come dicevano alcuni tra i più importanti fisici italiani (tra cui Enrico Fermi), un fisico deve sempre essere in grado di costruirsi da solo i propri strumenti di misura, il secondo è una risposta al problema posto nell'articolo sulla qualità che trovate nel secondo post del GreenClub, dove leggiamo :
"La domanda vera è : quanti oggi hanno una preparazione idonea per interpretare i segnali inviati dalle macchine, quanti conoscono queste macchine in modo tale da capirne i sintomi, le cause, gli effetti di sempre possibili malfunzionamenti ?Questo è il punto e noi crediamo, almeno per quanto riguada il nostro campo di intervento, che il tipo di organizzazione del lavoro sino ad oggi pensato ed attuato abbia costantemente portato ad una riduzione progressiva dei soggetti attivi concretamente responsabili del proprio apporto sul prodotto finito. E ciò è esattamente il contrario di quanto si vuole ottenere nell’ambito di tutti i progetti di “qualità totale” che rappresentano, per comune convinzione, la sfida nell’immediato futuro. "
Queste due considerazioni in realtà esprimono lo stesso concetto: quello di avere una conoscenza profonda degli strumenti con cui si lavora. Per uno scienziato questo è fondamentale, perché capire come reagisce uno strumento di misura permette di separare i "segnali" dovuti all'utilizzo stesso dello strumento rispetto ai "segnali" dovuti al fenomeno fisico che si sta investigando.

Ma questo concetto non è valido solo per i fisici, e in generale non solo per il mondo tecnico-scientifico.
Per questo motivo, oltre che per una innata passione verso la tecnologia, ho proposto di assemblare noi stessi la nuova WorkStation per il CAE 3D; tutti gli appassionati di informatica sono invitati a dare consigli.

Sto già pensando da alcuni giorni alle configurazioni possibili. Per adesso il punto fermo rappresenta la scelta delle PNY Nvidia QUADRO per quanto riguarda la sezione GPU.
Per il processore sto pensando ad un Intel Core2 Quad, mentre per il chipset ritengo che una buona scelta potrebbe essere puntare al nuovo intel x38, in modo da poter sfruttare le nuove ram ddr3 (su cui però ci sono pareri discordanti).
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calendario esibizioni e conferenze

ci sono due piccole novità nel GreenClub; se cercate sulla destra, all'inizio del riquadro blu, troverete due calendari. Il primo è un calendario di conferenze ed esibizioni in Europa che hanno come tema i bio carburanti, relative al mese di Gennaio 2008. Il secondo è relativo alle conferenze ed esibizioni in Europa sulle bevande alcoliche, ci è stato espressamente richiesto da nostri Clienti residenti all'estero.
Ci impegneremo a tenere aggiornati questi due calendari, se volete segnalarci eventi che non vi compaiono potete farlo inserendo un commento in un qualsiasi post oppure inviandoci una mail (cliccate sui nomi presenti nella sezione "collaboratori").
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Sicurezza sul lavoro

In questi giorni mi sono chiesto più volte se scrivere qualcosa o no sull'incidente dell'Acciaieria di Torino della Thyssen Krupp. E me lo sto chiedendo ancora. La mia resistenza è dovuta al fatto che non voglio mettermi in fila con quelli che ne hanno voluto parlare per circostanza, per moda e perché è l'argomento del giorno. O ancora imitare quelle volgari trasmissioni della tv nazionale che parlano (straparlano) di argomenti che non conoscono , ma basta che faccia audience.
Mi sono deciso a scrivere qualcosa quando ho sentito che una delle risposte del mondo politico è stata "ci vogliono più controlli da parte dello stato". Questa è una risposta inadeguata, molto semplice. Una classica risposta da dare subito, in modo da dare un contentino a tutti; una risposta che se attuata può essere realizzata nel breve termine, che è la prospettiva preferita dalla maggior parte della classe dirigente (non solo politica, in tutti i campi).
Sicuramente se ci fossero stati dei controlli qualche giorno prima in quell'acciaieria probabilmente si sarebbe potuto evitare quel disastroso incidente: quindi in effetti dire di aumentare i controlli da' l'illusione che questo sia uno strumento efficace nella prevenzione degli incidenti sul lavoro. Semplice.
Purtroppo le cose non sono così semplici, ed in realtà la necessità di affidare la sicurezza del lavoro a controlli ed ispezioni è un allarmante sintomo di una sicurezza che manca. Se ci fosse una sicurezza intrinseca nelle acciaierie e negli altri posti di lavoro i controlli sarebbero completamente inutili.
Certo i controlli ci vogliono, perché effettivamente dobbiamo constatare (spesso, e non solo grazie a quest'ultimo incidente) che esiste una grande lacuna in Italia in fatto di sicurezza sul lavoro. Quindi, nel breve termine, aumentare le ispezioni ed i controlli è una necessità, che serve a far fronte ad una situazione sbagliata, ad una sicurezza che non c'è.
Ma la risposta politica del paese non può essere questa, ed in realtà darla non compito esclusivo del governo . Sono le aziende, il mondo del lavoro e dei sindacati, la società civile, che devono rispondere con convinzione e determinazione a questa emergenza. E la risposta deve essere di tipo culturale, perché solamente quando esisterà una diffusa, capillare e profonda coscienza delle procedure che rendono "sicura" una qualsiasi attività allora potremmo dire che ci sarà realmente sicurezza sul lavoro. E' necessario che, rimanendo in ambito aziendale, ogni figura, dal presidente fino all'operaio appena assunto, sia cosciente e informato di tutti i pericoli connessi con la propria attività e di quali siano le tecniche e le procedure corrette per rendere quel lavoro sicuro. Quando tutti, all'interno di una azienda, lavorando operando coscientemente in modo sicuro allora c'è una effettiva possibilità di rendere il lavoro sostanzialmente ed intrinsecamente sicuro.
La risposta, ancora una volta, deve essere quella della formazione.
Noi siamo disponibili ad aprire una discussione sulla sicurezza del lavoro con chiunque sia a sua volta disponibile : istituzioni, sindacati, associazioni, imprese. Nazionali o comunali.
Fortunatamente qualche politico si è reso conto che "aumentiamo i controlli" è una risposta un po' troppo sbrigativa, sono contento infatti di sentire il Ministro Livia Turco che dice :

"Le aziende devono fare la loro parte non è più accettabile vedere situazioni come quella che abbiamo visto adesso e sentire raccontare le tragedie ascoltate. E' una grande battaglia culturale in cui ciascuno deve fare la sua parte, non basta la legge, non bastano il sindacato, le regioni, gli enti locali. E' un problema di priorità e di sensibilità rispetto ad un grande valore. Le aziende devono fare la loro parte, sicurezza e tutela del lavoro non sono in contrasto con la produttività e con la competitività"

Nel frattempo, dato che questa cultura è ancora così poco diffusa, benvengano i maggiori controlli.

http://www.ministerosalute.it/dettaglio/phPrimoPianoProva.jsp?id=13
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nuove domande sulla qualità

Nell'ambito del ragionamento sulla qualità che vorrei affrontare nel GreenClub credo sia importante chiederci come potremmo integrare l'articolo "evoluzione del microsistema sociale dell'azienda" (che attualmente rappresenta la base di tutto il programma di qualità - PGQ - della Green Engineering) con nuove considerazioni. Tra le domande da farci ne individuo inizialmente due.

La prima è relativa al fatto che in quell'articolo si individua come principale questione da affrontare in un programma di qualità quella della crescente divaricazione tra aumento di complessità sociale e velocità di espansione delle relative conoscenze. Credo sia importante chiederci se oggi sia possibile individuare altre questioni "critiche" , altri fattori che possono compromettere la qualità nel senso più ampio del termine.

La seconda è se i punti a, b, c, d, e sono sufficienti ad impostare una strategia di qualità in azienda o se possono essere integrati da altri punti che rispondano ad esigenze che si sono sviluppate negli ultimi 17 anni.

Continueremo le nostre discussioni su Ishikawa, sui metodi giapponesi di qualità totale e su altri metodi internazionali, ma vorrei che queste domande ci fossero ben presenti, in modo che gli approfondimenti che intendiamo portare avanti non rimangano su un piano puramente filosofico-culturale, ma trovino una loro applicazione nella pratica di tutti i giorni.
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Kaoru Ishikawa : la Qualità Totale made in Japan

Se qualche frequentatore del GreenClub ha pensato che il nostro ragionamento sulla qualità si esaurisse con il post in cui abbiamo riportato l'articolo "Evoluzione del microsistema sociale dell'azienda" si sbagliava : la rilettura di quell'articolo mi ha spinto ad interessarmi in modo approfondito agli studi del prof. Kaoru Ishikawa sulla Qualità Totale. Parleremo di questi studi nei prosimi post, nel frattempo voglio dedicare qualche riga a raccontare chi era questo professore.

Kaoru Ishikawa è stato uno dei maggiori artefici mondiali del concetto di "Qualità Totale" applicato ai sistemi produttivi ed è l'esperto giapponese più noto in occidente nell'area della qualità.

Assieme ad altri tre professori (Tetsuichi Asaka, Shigeru Mizuno, e Masao Kogure), Ishikawa, grazie al suo impegno per lo sviluppo di un sistema produttivo basato sulla "Qualità Totale", ha contribuito in modo determinante alla grande rivoluzione industriale affrontata dal Giappone nel dopoguerra, rivoluzione che ha fatto migrare l'industria di quel paese da un'industria del "prodotto scadente a basso costo" (come potrebbe essere considerata quella cinese di un po' di anni fa, mentre oggi le cose sono già diverse) a quella del "prodotto di alta qualità a prezzo competitivo".

Il lavoro di Ishikawa in questo senso fu avviato nel 1949, anno in cui entrò a far parte della Juse (Japanese union of scientists and engineers), e fu guidato dalla considerazione che in una nazione come il Giappone in cui scarseggiano le risorse naturali e si devono importare materie prime e prodotti alimentari, si deve puntare ad esportare prodotti di elevata qualità e tecnologia, mantenendo competitivi i prezzi dei prodotti. Il modo di incentivare fortemente questo tipo di produzioni è applicare con la massima accuratezza e la massima diffusione il Q.C. ed il controllo statistico della qualità.

Tra i principali strumenti inventati da Ishikawa citiamo i Circoli della Qualità ed il diagramma causa-effetto ( o diagramma a lisca di pesce), ne parleremo nei prossimi post.

Adesso invece voglio riportare una citazione di Ishikawa che rappresenta bene l'idea alla base della filosofia giapponese sulla Qualità Totale; credo che i concetti espressi in questa dichiarazione debbano essere sempre tenuti bene a mente da chiunque voglia occuparsi di Qualità.

"La Qualità Totale (Total Quality Control, TQC), secondo i giapponesi, è una rivoluzione nella filosofia della gestione aziendale. Se la qualità totale viene applicati in tutti i settori dell'azienda può contribuire a migliorarne lo stato di salute e il carattere.
Il Controllo Qualità acquista un'importanza sempre maggiore con il progresso industriale e con la crescita del livello di civilizzazione .
E' mio desiderio assistere alla completa affermazione dell'economia giapponese attraverso il controllo della qualità, la qualità totale e l'abilità giapponese nell'esportare in tutto il mondo prodotti qualitativamente validi e a basso costo. Grazie a ciò l'economia giapponese avrà basi più solide, la tecnologia industriale del Giappone vedrà la sua completa affermazione e il Giappone sarà in grado di impegnarsi nell'esportazione di tecnologia con continuità. Per quanto riguarda le aziende, spero che saranno in grado di di dividere i loro profitti con i consumatori, con i dipendenti, con gli azionisti e con la società in generale. Spero che queste aziende possano diventare strumenti per il miglioramento della qualità della vita non solo dei giapponesi, ma di tutti i popoli, contribuendo in tal modo a diffondere la pace nel mondo."

Per qualche approfondimento sulla vita di Kaoru Ishikawa (e sul suo impegno nell'ambito della Qualità) consiglio i seguenti link :

http://www.asq.org/about-asq/who-we-are/bio_ishikawa.html

http://en.wikipedia.org/wiki/Kaoru_Ishikawa
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Our Ethanol Dehydration Molecular Sieves Unit is almost ready for shipment, so i decided to put some new photos this evening.

La nostra Unità di Disidratazione di Etanolo a Setacci Molecolari è quasi pronta per la spedizione, così stasera ho voluto postare qualche nuova foto.


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Ethanol Dehydration Molecular Sieves Unit (part1) - Unità di Disidratazione a Setacci Molecolari (parte1)

Per comprendere cosa sia, e soprattutto a cosa serva, una unità di disidratazione di etanolo a setacci molecolari nell’ambito della produzione di alcol carburante, occorre fare una breve premessa sulla distillazione dell'alcol e più in generale sulla produzione dell'etanolo.

Partiamo dalle basi. L’etanolo si può ottenere principalmente in due modi : per sintesi o per fermentazione.


1.1) SINTESI E FERMENTAZIONE DELL'ETANOLO

Il primo metodo consiste nella sintesi a partire da etene (etilene) ed acqua che può essere diretta o indiretta. Nel caso di quella indiretta si parte da una miscela al 98% di etilene e al 2% di acido solforico, riscaldando la miscela oltre i 60 °C i due composti reagiscono formando solfato di etile :



idrolizzando il solfato di etile a temperature superiori a 70°C si ottiene alcool etilico (etanolo) e di nuovo acido solforico :



Industrialmente il processo indiretto non é più utilizzato per motivi economici e ambientali.

Il secondo invece si basa sul processo di fermentazione degli zuccheri. Per il glucosio (e in generale per tutti gli zuccheri esosi, cioè composti da 6 atomi di carbonio) la fermentazione può essere schematizzata secondo la reazione :

Anche l'amido e la cellulosa, attraverso una idrolisi che ne scompone le catene in molecole di glucosio, possono essere usati per la fermentazione alcolica :



In generale gli zuccheri da cui è possibile ottenere l’etanolo tramite fermentazione sono contenuti in un grande varietà di prodotti vegetali, ad esempio: frutta (fresca o secca), cereali, canna e barbabietola da zucchero (di cui in particolare, per la produzione di alcol, si usa il melasso), patate. Da questi prodotti si ottiene una soluzione acquosa di zuccheri che viene fatta fermentare all’interno di specifiche unità (fermentatori) in cui si produce etanolo secondo razioni globalmente simili a quella indicata sopra (a seconda del tipo di zuccheri contenuti nella materia prima utilizzata).
Dai fermentatori esce una soluzione acquosa di etanolo contenente molti altri composti organici (ad esempio metanolo, alcoli superiori, acetaldeide, etilacetato ed altri). A questo punto per innalzare il grado alcolico della soluzione si procede con la distillazione.


1.2) DISTILLAZIONE DI UNA MISCELA ACQUA-ETANOLO

La prima immagine di seguito rappresenta diagramma di distillazione acqua-alcol


L’asse orizzontale misura la composizione della miscela, mentre sull’asse verticale sono rappresentate le temperature. La curva superiore indica la temperatura di condensazione della fase vapore, mentre la curva inferiore indica la temperatura di ebollizione della fase liquida.

Questa seconda immagine invece rappresenta uno schema molto semplificato di alcuni piatti in una colonna di distillazione, in blu è rappresentato il liquido (che casca dai piatti superiori verso quelli inferiori) ed in azzurro il vapore (che sale per la colonna attraverso i piatti) :



Sul piatto inferiore della colonna troviamo la fase liquida con composizione Xa in equilibrio termofluidodinamico con la fase vapore con composizione Xb; questo equilibrio è caratterizzato dalla temperatura Ta(liq)=Tb(vap). Il vapore Xb sale per la colonna fino ad arrivare al piatto successivo, caratterizzato da una temperatura inferiore: il vapore Xb condensa dando luogo alla fase liquida di composizione Xb. Questa fase liquida Xb si trova a sua volta in equilibrio termofluidodinamico con la fase vapore di composizione Xc, alla temperatura Tb(liq)=Tc(vap) che caratterizza il secondo piatto visibile nello schema. Di nuovo la fase vapore di composizione Xc sale per la colonna fino al piatto successivo, caratterizzato da una temperatura inferiore, dove condensa dando luogo ad una fase liquida Xc che sarà in equilibrio termofluidodinamica con una nuova fase vapore, alla temperatura Tc(liq).Il concetto della distillazione sta nal fatto che ad ogni piatto successivo la miscela rsulta essere sempre più povera in acqua e sempre più ricca in alcol. L'acqua infatti tende ad accumularsi nei piatti inferiori mentre l'alcol, più volatile, tende a salire verso i piatti superiori.Questo meccanismo di separazione termofluidodinamica dei due componenti della miscela è reso possibile dalla particolare forma che assumono le curve della fase liquida e della fase vapore nel diagramma rappresentato sopra.Continuando a seguire sul diagramma il procedimento che abbiamo descritto oltre il punto Xc si ottengono soluzioni sempre più ricche in alcol e povere in acqua: stiamo cioè continuando a distillare la soluzione. Arrivati però al punto Z ci rendiamo conto che non è più possibile continuare la distillazione : infatti alla temperatura del punto Z la fase liquida e quella vapore hanno esattamente la stessa composizione. Questo significa che se facessimo condensare il vapore di composizione Xz sul piatto successivo della colonna otterremmo una fase liquida con la stessa composizione della fase liquida in equilibrio col vapore Xz. La distillazione quindi non può procedere oltre. Il punto Z è detto punto azeotropico o azeotropo e una miscela che presenta un tale punto è detta "miscela azeotropica" .
Alla pressione atmosferica il massimo grado alcolico ottenibile per distillazione è di circa 95% (alcol azeotropico). Se si vuole ottenere un grado alcolico più alto è necessario procedere con tecniche differenti.
Fino a pochi anni fa l’unica soluzione era quella di ricorrere alla “distillazione azeotropica”.
Oggi invece è possibile ricorrere alla disidratazione tramite setacci molecolari, che è la tecnologia con cui funzionano le unità prodotte dalla Green Engineering. Questa tecnica consiste nel far passare la miscela in fase vapore attraverso dei letti costituiti da un tipo di zeoliti che è in grado di trattenere l’acqua contenuta nel vapore. In questo modo il vapore perde in contenuto d’acqua, aumentando il suo grado alcolico, mentre i letti di zeoliti si saturano dell’acqua assorbita dal vapore. Affinché il processo di disidratazione sia continuo i letti devono essere rigenerati (cioè, in pratica, “svuotati” dell’acqua che hanno intrappolato); la gestione delle due fasi di assorbimento e rigenerazione viene realizzata tramite una tecnologia denominata Pressure Swing Adsorption (PSA) .

continua con la parte 2 del tutorial

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Ethanol Dehydration Molecular Sieves Unit (intro) - Unità di disidratazione a setacci molecolari (intro)

This evening a little bit of technology. These days we are working on the start-up of the unit you can see in the pictures below. It's a ethanol dehydration molecular sieves unit for the production of anhydrous alcohol (by definition, alcohol with less than 1% of water) to be added to gasoline. We are preparing a short article for the GreenClub to explain how this unit is realized and which is its task, so please continue to follow us.


Questa sera un po' di tecnologia. In questi giorni siamo impegnati nella messa a punto dell'unità che vedete di seguito. Si tratta di una unità di disidratazione a setacci molecolari per la produzione di alcool anidro (per definizione alcol con un contenuto di acqua inferiore all'1%) destinato ad essere addittivato alla benzina. Stiamo preparando un piccolo articolo per il GreenClub per spiegare a cosa serve questa unità e come è stata realizzata, continuate a seguirci quindi.

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Show Case di Gaia Riva - MusicDrome 9-11-2007



Andrea Noto (Effetti)

Giancarlo Gaia (Basso) , Simone Cavagnini (Batteria)
Giulia Bigi (Pianoforte + Sintetizzatore) Nicola Panteghini (Chitarra)

Alessandro Gatta (Chitarra)

Elisa Guizzi (Cori)






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Green Engineering sponsorizza il nuovo Show Case di Gaia Riva

Oggi vi raccontiamo una storia diversa. E’ la storia di Gaia, una cantante che ha deciso di lasciare una Major per fare un disco suo, per fare una musica che le somigliasse veramente. Dietro la storia di Gaia se ne nascondono altre mille, fatte di persone, chitarre, bassi, pianoforti, batterie e cavi di quelli buoni, adatti a stare su un palco. Fatte di persone sedute per terra a chiedersi se il giorno dopo ci saranno i soldi per salire di nuovo su un palco o se il suono di “Psyche” si potrebbe migliorare ulterioriormente, fatte di migliaia di kilometri percorsi in autostrada e di fotografie scattate dai finestrini, fatte di bacchette che si rompono, di lattine di Estathe, di braccia che fanno male , di tracheiti e di sorrisi quando i pezzi alle prove vengono bene.
E’ strano come la nostra società si sia trovata ad essere sponsor dell'evento live in cui Gaia presenta il suo nuovo disco, “Face to Face”, uscito dopo un intero anno di mille di queste storie che mai riusciremo a raccontare. E’ strano, ma di una cosa siamo certi: che siamo orgogliosi di esserci. Siamo orgogliosi di aver partecipato, seppure in modo marginale, alla realizzazione di una cosa così grande . Siamo orgogliosi di essere stati i primi a dire si, senza dubbi o ripensamenti. Siamo orgogliosi di non essere nella lista di quelli che hanno detto “no, non c’è un vero ritorno pubblicitario” oppure “no, è al di fuori del nostro target” o ancora “no queste iniziative non ci interessano”.
Siamo fieri di poter dire che invece a noi queste cose interessano, per un motivo non troppo distante da quello per cui ci interessa che le automobili consumino un carburante più pulito ed ecologico.

Gaia il 9 novembre presenterà a Milano il suo nuovo album. Noi ci saremo, e speriamo anche voi. Se ci sarete avrete la possibilità di ascoltare, in un’ora e mezzo circa di pura musica, quelle mille storie che ci sono dietro, le conoscerete senza che nessuno ve le abbia mai raccontate. E sarà grandioso.

Abbiamo invitato i musicisti a raccontarci qualcosa nel GreenClub, andate a vedere tra i commenti, forse riuscirete a farvi raccontare qualcosa in più sulle loro storie.

Ci vediamo il 9 novembre al MusicDrome di Milano.

http://www.gaiariva.com/

http://gaialivedate.blogspot.com/

http://www.myspace.com/gaiariva
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Alla base della qualità

In previsione della nostra imminente partecipazione ad un importante meeting internazionale sulla prevenzione dei rischi negli impianti abbiamo rimesso mano al nostro programma di garanzia della qualità (PGQ) , che verrà integrato dai risultati di questo evento. Questo mi ha dato occasione di rileggere l’articolo, scritto da Andrea Macchia e pubblicato dalla EMF nel 1991, che ha rappresentato la base di partenza per lo sviluppo di quello che attualmente è il PGQ di Green Engineering . L’articolo si intitola “l’evoluzione del microsistema sociale dell’azienda” . Ho voluto riportare, di seguito, i primi due paragrafi e l’inizio del terzo per vari motivi. Intanto perché è evidente che le previsioni e le riflessioni contenute in questo articolo dell’91 sono state tutte confermate dalla storia dei paesi occidentali degli ultimi 16 anni. Inoltre perché queso articolo contiene, ancora oggi, alcune fondamentali idee guida per lo sviluppo di qualsiasi progresso nel senso della “qualità” di un sistema produttivo, e in questo senso credo che sia utile discuterne nuovamente oggi per affrontare con consapevolezza le nuove sfide che ci aspettano per il miglioramento dell’organizzazione del lavoro verso un grado ancora più alto di qualità (e sarebbe bello che un contributo a questa sfida venisse proprio dal GreenClub). Infine perché è raro che sotto la parola “qualità” si nasconda, all’interno di una azienda industriale, un ragionamento sociale, politico e culturale che parta con una analisi di lungo periodo sull’evoluzione della società.

“ L’EVOLUZIONE DEL MICROSISTEMA SOCIALE DELL’AZIENDA ”
di Andrea Macchia


“1 - La scomparsa della tradizione

Un’analisi sulle trasformazioni in atto nel mondo del lavoro e sui probabili futuri scenari non può, a nostro avviso, prescindere da una più generale riflessione sulla parallela evoluzione della società civile.
Il periodo che stiamo vivendo è incredibilmente sorprendente e spettacolare; il massiccio trasferimento dell’elettronica e dell’informatica nella vita quotidiana sta trasformando a velocità sempre più sostenuta il nostro stesso modo di vivere. Eventi, un tempo socializzanti, come il cinema ed il teatro, ci vengono serviti in casa a costi sempre più contenuti e con qualità di riproduzione sempre più elevate. Videotel, telefoni cellulari, forni a microonde, lettori laser per CD, personal computer : oggetti che solo qualche anno fa erano degli status symbol di una raggiunta posizione sociale e di appartenenza a categorie culturalmente elevate sono oggi alla portata di un ceto medio numericamente in espansione.
Ora, anche se questo può sembrare una contraddizione con quanto detto e con tutti i limiti costituiti da una intuitiva e circoscritta analisi del fenomeno, ciò non di meno abbiamo la convinzione di vivere in un periodo di rallentato adeguamento culturale determinato dalle divaricazioni tra aumento di complessità sociale e velocità di espansione delle relative conoscenze.
E’ bene chiarire subito di cosa stiamo parlando e che cosa intendiamo per “cultura”. Certamente non ci stiamo riferendo ad una cultura accademica costituita da un bagaglio di sapere su fatti storici, letterari, artistici o anche scientifici, ma a quella somma di conoscenze di base che rappresentano il presupposto per una corretta interpretazione e comprensione di “cose” ed eventi.
E’ evidente come in tale accezione una società chiusa, sia in termini territoriali che culturali, sia molto più facilmente comprensibile nei suoi aspetti complessivi di quanto lo siano le attuali realtà sovranazionali . E’ proprio il rapido superamento dei confini informativi e produttivi che, ponendo a diretto confronto e competizione realtà sociali diversamente concepite, ne ha da un lato palesato spietatamente le arretratezze, laddove esistenti, e dall’altro ha reso disponibili prodotti e tecnologie altamente competitivi. Valga per tutti il recentissimo esempio fornito dall’unificazione tedesca ed i conseguenti immensi problemi di riconversione ed emarginazione industriale.

2 - L’internazionalizzazione dei processi produttivi

il processo di competizione mondiale, avviatosi nel dopoguerra con i grandi progetti di ricostruzione industriale e proseguito negli anni sessanta con il forzato sviluppo industriale dei paesi del Terzo Mondo, ha imposto al sistema produttivo un repentino superamento delle tradizioni industriali locali ed una altrettanto rapida assimilazione di quanto mostrato, nei singoli settori tecnologici, dalle nazioni leader.
Tali trasformazioni, esasperate da un’esponenziale crescita della velocità dell’informazione e calate in un contesto culturalmente impreparato a recepire novità ad esso estranee, hanno prodotto, nel tessuto sociale, l’emergere di “ISOLE CONOSCITIVE SPECIALIZZATE” appartenenti ad un arcipelago territorialmente sparso nel mondo. Ciò determina che, limitatamente al lavoro, l’operaio specializzato della Texas Istruments di Rieti è più omogeneo al suo omologo di Taiwan che al resto della popolazione lavorativa della sua area.
Il rischio di tale situazione è evidente se si considera la relativa labilità, prerogativa imprescindibile dell’attuale modello di sviluppo. Tale estraneità per entrambi i soggetti Impresa – Lavoratore è tanto più preoccupante quanto più la specializzazione è legata a prodotti in costante evoluzione e ad organizzazioni del lavoro parcellizzate e definite ad hoc per quel prodotto e per quella tecnologia.
Se si osserva bene ci si accorge che la risposta generalmente adottata dall’impresa per mantenere la propria competitività è stata la massiccia introduzione di linee di produzione completamente automatiche, capaci di forti incrementi della produzione a parità di forza lavoro. Questo ovviamente a prezzo di elevati investimenti, il che, legato alla relativamente breve vita del prodotto-ciclo tecnologico, ha innescato ulteriori problematiche, ma questo è un altro discorso.
Tornando al punto precedente osserviamo che le linee automatiche di produzione hanno modificato l’essenza stessa della funzione trasformando l’operaio da operatore a controllore.
Facendo ancora un piccolo passo indietro ci rendiamo conto che, mentre prima l’operaio aveva una cultura perfettamente adeguata al suo lavoro, riuscendo comprenere pienamente cause ed effetti delle proprie azioni ed a conoscere profondamente gli strumenti più utilizzati, ora si trova a governare sempre più spesso apparecchiature incomprensibili, che al limite potrebbero essere controllate da altre apparecchiature ancora più misteriose.
Trent’anni fa il “medico di famiglia” per la sua diagnosi usava strumenti elementari : le mani, il termometro, lo stetoscopio. Oggi crediamo che nessun medico si sentirebbe sicuro senza l’ausilio delle varie apparecchiature per T.A.C., eco-doppler, elettroencefalografi. La domanda che ci poniamo non è se questo è un bene, in quanto la risposta è scontata. La domanda vera è : quanti oggi hanno una preparazione idonea per interpretare i segnali inviati dalle macchine, quanti conoscono queste macchine in modo tale da capirne i sintomi, le cause, gli effetti di sempre possibili malfunzionamenti ?
Questo è il punto e noi crediamo, almeno per quanto riguada il nostro campo di intervento, che il tipo di organizzazione del lavoro sino ad oggi pensato ed attuato abbia costantemente portato ad una riduzione progressiva dei soggetti attivi concretamente responsabili del proprio apporto sul prodotto finito. E ciò è esattamente il contrario di quanto si vuole ottenere nell’ambito di tutti i progetti di “qualità totale” che rappresentano, per comune convinzione, la sfida nell’immediato futuro.

3 - La riappropiazione individuale del lavoro

Concettualmente tutti i progetti di qualità totale si fondano sul principio che nessun anello della catena idea-produzione-prodotto-assistenza possa contenere insito il presupposto dell’errore. E’ difficile conciliare tale esigenza con un personale costituito per stragrande maggioranza da soggetti oggettivamente deresponsabilizzati e non in grado di collegare la disefficienza del proprio lavoro con il lavoro dei colleghi e con la qualità globale del prodotto. Partendo da questa realtà occorre, in primo luogo, definire idonei strumenti per consentire a tutti i soggetti una effettiva riappropiazione del lavoro individuale attraverso una effettiva e responsabile autonomia di scelta.
Indipendentemente dal ruolo e dal livello gerarchico dei soggetti, tali strumenti possono prioritariamente essere identificati in un mutato clima aziendale che garantisca le seguenti condizioni :

a) diffusione generalizzata dell’informazione sulla organizzazione del lavoro, sulla tecnologia di produzione e gestionale, sul prodoto e sui risultati aziendali.
b) addestramento continuo a considerare provvisoria e migliorabile qualsiasi soluzione adottata sia nella produzione che nella gestione aziendale.
c) abitudine a puntare al successo della società attraverso l’ottimizzazione del proprio lavoro, considerandolo fattore determinante del successo dei soggetti contigui.
d) continuo adeguamento cluturale attraverso un costante coinvolgimento dei singoli soggetti in strutture codeterministiche di livello superiore
e) adozione di strutture organizzative che presentino aree di sovrapposizione fra enti correlati."
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nasce il GreenClub

In Green Engineering accade spesso che la sera, una volta spenti i computer e chiusi i manuali operativi, ci ritroviamo a parlare di una grande varietà di argomenti, dei tipi più disparati.
Parliamo di energia ad esempio, in un momento in cui le vecchie energie cominciano a non bastare o a sporcare troppo e in cui bisogna darsi da fare per trovarne delle nuove. Parliamo di musica e di fotografia, perché raccontano i lati più intimi e profondi della nostra vita. Parliamo di scienza e tecnologia, perché ci piace immaginare e perché vogliamo che il futuro sia migliore e più vasto del presente.

Oggi decidiamo di aprire alcune di queste discussioni al mondo.

Ci piace pensare di aver creato un club, aperto a tutte le persone che scelgono ogni giorno di pensare.Non chiuderemo il club ad una ristretta rosa di argomenti, perché sappiamo che la cultura nasce anche dalla capacità di lasciare degli spazi aperti. Invece chiuderemo il club alla superficialità ed all’ignoranza, perché sono lontane dal mostro modo di essere e limitano ogni giorno lo sviluppo di ogni disciplina che contagiano. Questa è l’unica limitazione che poniamo all’ingresso nel club.
Se, come noi, avete voglia di raccontare, immaginare, ascoltare, riflettere, allora siete i benvenuti; fatelo senza fretta, con tutta la calma e la saggezza di cui il mondo oggi ha bisogno. Respirate profondamente e date il meglio di voi, senza voler dimostrare di essere qualcosa, siatelo e basta.Se c’è tutto questo benvenuti nel GreenClub.
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      address : Green Engineering srl, Zona Industriale Belvedere, ingresso 2, 53034 Colle di Val d'Elsa (SI), ITALY
      phone: +(39) 0577 931919
      fax: +(39) 0577 905018
  • Micro (Boutique) Distillery Complete Package - Micro Distilleria Completa

    Micro (Boutique) Distillery Complete Package - Micro Distilleria Completa
    Green Engineering has developed a complete boutique distillery for vodka and whiskey production pre assembled on a skid and ready for production - Green Engineering ha sviluppato una micro distilleria completa per la produzione di vodka e whiskey preassemblata su skid e completa di tutto

    Green Engineering Sponsored of the Master Rum Blender Award at the UK Rum Fest 2012

    Green Engineering Sponsored of the Master Rum Blender Award at the UK Rum Fest 2012
    Green Engineering was the Sponsor of the Master Rum Blender Award at the UK Rum Fest 2012

    Foursquare Distillery won 3 AWARDS

    Foursquare Distillery won 3 AWARDS
    read about the 3 awards won by R.L.Seale at the UK RumFest 2011

    GreenCLUB è un'idea di Green Engineering

    Green Engineering è una Società Italiana di Ingegneria specializzata nella progettazione e costruzione di impianti industriali per la produzione di etanolo. Il marchio Green Engineering nasce nel Settembre 1999 dalla volontà di tre Manager e del loro team di tecnici.
    G.E. progetta e realizza impianti industriali sulla base di proprio know-how nel campo della produzione di alcool e del trattamento delle acque industriali.
    Dispone di collaudate tecnologie in grado di processare qualsiasi tipo di materia prima che possa essere convertita in etanolo (vino, melasso, cereali, patate, frutta fresca e secca, etc…), producendo qualsiasi tipo di distillato (Rum, Cognac, Wisky, Vodka, etc…), alcool neutro ed extra-neutro, alcool anidro (bioetanolo) ed alcool industriale. Rese di conversione e consumi energetici sono al massimo livello dello stato dell’arte della distillazione industriale
    Green Engineering mette a disposizione tutto il proprio know how scientifico, tecnico e manageriale, in ogni fase dello sviluppo del progetto (dall’idea iniziale alla consegna dell’impianto funzionante e fino alla fine della garanzia), con l’obiettivo di garantire il miglior risultato possibile in termini di ritorno sull’investimento.
    In questa logica siamo disponibili a fornire sia un impianto “Chiavi in mano”, sia una o più qualsiasi delle fasi di progetto, realizzazione e gestione di un impianto :

    o studio di fattibilità
    o studio di processo
    o ingegneria di base
    o ingegneria di dettaglio
    o procurement
    o attività di cantiere
    o start-up e commissioning
    o organizzazione della fabbrica
    o training del personale
    o assistenza durante il primo anno di produzione

    Grazie alla sua enorme esperienza nel campo della realizzazione di impianti industriali per la produzione di Etanolo, alle avanzate tecnologie proprietarie e alla costante attività di ricerca e sviluppo nel campo del processo effettuata fianco a fianco con Università e Centri di Ricerca, Green Engineering rappresenta oggi la scelta ideale per lo sviluppo di impianti per la produzione di Bio Etanolo per uso carburante.

    http://www.greeneng.it/

    Scarica l'articolo su Green Engineering

    Scarica l'articolo su Green Engineering
    clicca sull'immagine sopra per scaricare il pdf dell'articolo su Green Engineering pubblicato dalla rivista "Il Gusto"

    Presentazione di Green Engineering al convegno di San Gusmè

    Presentazione di Green Engineering al convegno di San Gusmè
    Clicca per visualizzare la presentazione di Green Engineering al convegno di San Gusmè

    Complete your distillery with our ready-to-run skid for BioEthanol production

    Complete your distillery with our ready-to-run skid for BioEthanol production
    click on image to download the flyer of our skid for BioEthanol production (pdf file english version)

    Completa la tua distilleria con il nostro skid preavviato per la produzione di BioEtanolo

    Completa la tua distilleria con il nostro skid preavviato per la produzione di BioEtanolo
    clicca sull'immagine sopra per scaricare il volantino con le informazioni tecniche sul nostro skid per la produzione di BioEtanolo (file pdf versione in italiano)

    Complétez votre distillerie avec notre unitè pour la production de bioethanol

    Complétez votre distillerie avec notre unitè pour la production de bioethanol

    Completa tu distileria con nuestro paquete para la producciòn de bioetanol

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    Green Engineering is a founding member of CREA

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    Green Engineering ha sponsorizzato lo ShowCase di Gaia Riva nel 2007

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    Green Engineering on ItalTrade

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    Beylerbeyi Raki Distillery realised by Green Engineering

    Beylerbeyi Raki Distillery realised by Green Engineering

    Centro di Ecologia Teorica ed Applicata

    Centro di Ecologia Teorica ed Applicata
    Green Engineering collaborates with CETA on innovative processes for Biofuels production - Green Engineering coopera col CETA sulla filiera del Bioetanolo da Sorgo

    Eugenio Macchia is a member of the American Institute of Aeronautics and Astronautics

    Eugenio Macchia is a member of the American Institute of Aeronautics and Astronautics

    Green Engineering is a member of the European Sweet Sorghum Ethanol community

    Green Engineering is a member of the European Sweet Sorghum Ethanol community

    GE cooperation with Renovetec

    GE cooperation with Renovetec
    Green Engineering cooperates with Renovetec for education on biofuels in Spain

    Green Engineering page on the Made in Italy Official Portal

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